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V Domenica di Quaresima: Domenica di Lazzaro

22 Marzo 2020

Don Luigi ci scrive…

Vangelo del giorno https://www.parrocchiaditabiago.it/quinta-domenica-di-quaresima/

Carissimi, vi mando un pensiero di riflessione sul Vangelo della 5° domenica di Quaresima, chiamata di “Lazzaro”, con un riferimento alla situazione che stiamo vivendo.
LA FIGURA DI LAZZARO È AL CENTRO DELL’ATTENZIONE DEL VANGELO Infatti questa domenica è chiamata “domenica di Lazzaro”.
Lazzaro morto rappresenta i morti di questa pandemia.
Stiamo vivendo una guerra,il cui nemico è il coronavirus.
È un nemico subdolo, perché si nasconde dappertutto, perfino in casa,e non lo sai.
È molto pericoloso, perché contagia facilmente: gli anziani prima e ora anche i giovani.
È una guerra mondiale, perché si sta estendendo in ogni parte del pianeta.
Ma in profondità la morte di Lazzaro può significare la fine, la morte della nostra cultura.
Nella nostra società l’uomo si è inebriato della sua onnipotenza fino a raggiungere una tale sicurezza da sentirsi padrone dell’universo.
L’uomo di oggi, che credeva di far girare il mondo a suo piacimento, è stata schiacciata da un minuscolo virus!
Quali sono le colonne portanti di tale cultura? Essenzialmente due.
– L’uomo di oggi ha espulso Dio dalla sua vita personale e sociale.
Ha espulso da sé le Spirito vitale che Dio ha infuso alla polvere al momento della creazione.
E così è rimasto solo: è rimasta solo la polvere!
E per nascondere questa sua debolezza ricorre al divertimento del momento per dimenticare.
E per misconoscere il suo fallimento cerca di apparire esternamente per quello che non è.
Il suo tomento è la paura di far brutta figura davanti alla gente, anche andando contro se stesso.
– L’individualismo! Ognuno pensa a sé. Se l’altro mi serve, allora me lo tengo stretto.
Ma se l’altro, fosse anche mio figlio o mio padre o madre, lo scarto.
COME COSTRUIRE UNA NUOVA CULTURA? GUARDIAMO AL VANGELO.
Prima Marta e poi Maria piangono e arrivano perfino a “rimproverare” Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”.
Ma Gesù addirittura stravolge la situazione. Dalla morte alla vita, dal dolore alla gioia.
Però, per cambiare tale situazione, prima chiede la fiducia in Lui da parte delle sorelle.
“Io sono la risurrezione e la vita….Credi questo?”
Avuta la risposta “Sì, o Signore, io credo che Tu sei il Cristo, il LFiglio di Dio”, Gesù compirà il grande miracolo.
Per risolvere questa nostra drammatica difficoltà occorre cambiare mentalità, cambiare vita, rientrare in noi stessi, ritornare a Dio Padre, come il figlio prodigo.
Quali sono stati i perni di questa cultura attuale che è naufragata? Già l’abbiamo detto prima:
– l’onnipotenza dell’uomo che si è sostituito a Dio e che ha come protagonisti le persone di successo, i campioni dello sport, della canzone, del cinema.
I modelli che gli adulti, genitori in primis, presentano ai bambini, ragazzi e adolescenti: sono Messi, Ronaldo, Superman, Batman, Spiderman.
La loro sicurezza è il peluche a letto! Dove è andato a finire l’Angelo custode?
– l’individualismo, dove ognuno pensa a sé.
Quali sono i pilastri fondamentali per costruire una nuova società?
– Il ritorno a Dio, l’unico capace di ridare la vita. La fiducia in Lui è espressa dalla Messa festiva, la preghiera personale e in famiglia.
Il ricupero dei veri valori dei nostri nonni: l’onesta, il rispetto dell’altro, soprattutto degli anziani, la capacità di ascolto, un po’ di sincerità e tanta umiltà.
– la solidarietà, l’essere insieme nell’impegno sociale, come ha detto Papa Francesco e il Presidente Mattarella. I veri modelli non sono quelli delle passerelle, dei rotocalchi, degli show, ma medici, infermieri e infermiere, ricercatori, addetti alle pulizie, protezione civile, forze dell’ordine, volontari e tanti altri. Tali persone non si risparmiano, sono vicine ai malati e ai morenti, ne condividono le sofferenze, i drammi, e arrivano perfino a far la parte dei familiari, dello psicologo, del sacerdote accanto al letto del malato.
E poi tornati a casa, quanti di loro, stremati dalle ore di lavoro continuato, guardano il crocifisso e mettono vicino a Lui le persone che hanno curato, accudito, consolato.
E quando Gesù risorgerà a Pasqua, anche questi morti risorgeranno con Lui.
Il più grande dono che Gesù è venuto a portare è proprio la risurrezione, la vita, come ha fatto con Lazzaro.
Senza Gesù il traguardo è la morte, e la vita un accaparrarsi, la paura di “perdere”, il panico.
Con Gesù il traguardo è la risurrezione, e la vita è serenità e dono per gli altri.
Buona domenica.

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